Elena Albanese Nata a Torino nel 1983, ha lavorato come designer di moda per otto anni per poi scegliere di dedicarsi interamente all’amore per l'illustrazione.
Ha lavorato a diversi progetti sia con privati, tra i quali alcune copertine per band tra cui Feronia "Anima Era", Stramash "San Ramone" e "Cold Winter Sun" e Gianpaolo Pace per "esclusi i presenti", che nel mondo dell'editoria e gaming come illustratrice per il gioco "warage" di District games e "Glitch" di Jenna Moran.
Ha pubblicato il suo primo libro illustrato "Awakenings and Revelations" insieme a Luigi Intorcia, seguentemente pubblicato in italiano da Anguana editore con il nome "Risvegli e Rivelazioni".
Nel 2020 ha pubblicato con la casa editrice lo Scarabeo, il mazzo the Goddess Temple Oracle Cards.
Di prossima pubblicazione in fase di rifinitura, sta lavorando al libro illustrato "An Urban Account of a Visit from Santa Claus" dell'autore B.W. Van Alstyne, Pixie Pan Books edizioni.
I suoi lavori personali affondano le loro radici nelle mitologie antiche e nel fantasy, fucina viva della sua ricerca con un focus particolare verso le culture animiste, il mito, le leggende e l'esoterismo.
Egidio Albanese La prima impressione che mi suscitano le opere di Egidio Albanese, è un profondo senso di lucidità, ordine, equilibri sia geometrici sia dinamici, nella profonda fermezza di un tratto molto elegante, quasi architettonico, in cui traspare molto spesso il dualismo tra una rappresentazione volta al passato attraverso immagini ed elementi che si rivolgono al presente, sfiatando addirittura verso il futuro.
Nell'Iconografia generale di questo autore, troviamo una prevalenza importante dei temi classici riferiti al periodo della Magna Grecia, e delle antiche colonie greche in special modo del territorio calabrese.
Opere come "Nobile Chiaramonti, Ercole, Eros, Guerrieri 1 e 2, Laocoonte, Leda e il Cigno, Niobide che si copre il capo, Sileno e Dioniso, Venere dal corno", identificano chiaramente questo dualismo tra classico e moderno.
Uno stile che tende alla stilizzazione, ma che non si lascia adescare completamente dal segno della perfezione geometrica, perché la puntuale evidenza della forma classica, innesca un processo di devitalizzazione della forma, attraverso la poesia dell'immagine mitologica o archeologica.
Questo: "devitalizzare la forma", a mio avviso non áè altro che reinserirla in un contesto in cui il soggetto classico viene armonicamente inserito in contesti grafici e pittorici modernizzanti e attualizzanti.
Si veda in questo contesto le opere dedicate a Kandinsky, in cui però non si perde il taglio netto tra classicità e modernità. […]
Per chi volesse leggere la recensione complete: su
www.egidioalbanese.it/recensioni.
Danilo Tacchino