Adriano Morici |
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Valeria Priori Masoero |
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Maria Teresa Racca |
La realtà produce una parte dell’arte, il sentimento la completa. Jean Baptiste Camille Corot
Spesso, quando mi capita di vedere in mostra dipinti realizzati con la stessa tecnica e con lo stesso stile, mi chiedo quale sottile artificio li renda tanto differenti tra di loro al punto che sia possibile, conoscendo gli artisti, poterne individuare l’autore anche in assenza di indicazioni.
L’affermazione di
Corot mi pare particolarmente adatta in questo caso: parliamo di opere realistiche, parliamo della stessa tecnica – l’acquerello – ma parliamo di realizzazioni filtrate da esperienze diverse.
Maria Teresa Racca fin da giovanissima si è dedicata alla decorazione delle ceramiche Lenci, al modellato e alla pittura su ceramica, carta, tela e all’incisione abbinando alle indiscutibili doti artistiche la padronanza di moltissime tecniche.
Un percorso che pare voler nascondere l’orrore della guerra che le stava rubando buona parte della sua gioventù con la realizzazione di lavori sempre più delicati e poetici, intrecciando la sua arte con l’impegno nella Resistenza.
Non ha mai abbandonato la passione per i colori e ancora oggi la sua pittura parte da una visione attenta della natura per trasformarla in sogno e poesia.
Differente la storia di
Valeria Priori Masoero: il filo rosso che accomuna le sue molteplici esperienze è la curiosità intellettuale.
Alla formazione scientifica ha abbinato il gusto per il bello che le è sempre stato congeniale.
Ha vissuto in molti Paesi del mondo accumulando un tesoro di immagini ed emozioni che hanno profondamente influenzato il suo senso estetico.
Da un decennio è approdata, con continuità, alla pittura e rapidamente si è appropriata di una tecnica ardua come l’acquerello piegandola ad interpretazioni sensibili ed efficaci del reale, in particolare delle architetture contemporanee che descrive con accenti graffianti e lirici.
Adriano Morici ama leggere la realtà e tradurla in una interpretazione iperrealista e ricca di sensibilità.
I paesaggi, le figure, le nature morte, sono realizzate con una tecnica eccellente.
Con sicurezza stende il colore, ben consapevole che ogni pennellata è definitiva, che l’errore in acquerello non è ammesso, che la luce penetra attraverso le successive stesure cromatiche per concretizzarsi nel colore definitivo.
Il rischio che si corre è quello di
“innamorarsi” della bravura tralasciando il
“sentimento” ma Adriano, con un abile gioco di equilibrio, riesce a coniugare la padronanza tecnica con il sentimento e con la poesia.
Franz Clemente