Italo Gilardi |
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Adelma Mapelli |
Italo Gilardi
La passione per i viaggi nel Tibet di Italo Gilardi con la moglie Mariella, anche lei artista appassionata, non è stata solo per il piacere dei viaggi, ma per finalità ben precise: gli interessi culturali sul buddismo e sui suoi aspetti artistici e religiosi.
Protrattasi regolarmente per ben venti anni, questa presenza si materializza nelle spettacolari opere pittoriche che rappresentano il suo stupore di fronte a visioni paesaggistiche inusuali e affascinanti.
Di queste, attraverso scenografie stupefacenti per l’effetto coloristico, egli svela al nostro sguardo, sensazioni d’incanto e stupore attraverso la vivezza dei contrasti cromatici degli smaglianti colori.
A stupire però sono gli abbozzi dal vero, istantanee di una visione unica e singolare, che riporta al fruitore l’emozione dell’autore per le incredibili sensazioni provate.
E’ una meraviglia estatica, espressa e sottolineata con potenti e sferzanti sprazzi di colore, descrizione intensa, potente e immediata delle emozionanti visioni avute in quel mondo pieno di storia, di fascino e di mistero.
In mostra, oltre le opere dedicate al Tibet e al buddismo, è anche rappresentata la vasta produzione di Italo Gilardi, con opere dedicate alla sua Torino, e da una serie di nudi eseguiti con tecnica sicura e personale, che uscendo dagli schemi della tradizione classica, diventa ricerca intransigente sulle forme femminili, non un semplice ritratto quindi, ma un approfondito studio psicologico della figura.
Il disegno, costruito con un intenso infittirsi di linee e di lumeggiate, sa cogliere ed esaltare l’armonia di un corpo uscendo dall’accademismo di maniera; la linea segue, si adatta ed esalta con andamento armonico la svariata sequenza delle posizioni.
Con la modella, egli instaura uno scambio che racchiude la partecipazione emotiva alla vitalità del soggetto, è un dono reciproco, un’intesa fra modella e artista, la consapevolezza del proprio ruolo al servizio di una raffigurazione ideale.
Nelle altre opere, con alcune spettacolari visioni di Torino, vi è un’autentica esplosione di colori che rendono inconfondibili e personali i suoi scorci della città.
Gli accostamenti cromatici e inconfondibili di Gilardi, l’infittirsi delle linee, rilevano una partecipazione emotiva al soggetto raffigurato, com’è nel caso della Gran Madre, opera di grande efficacia, struggente nell’opprimente infittirsi delle tesate trasversali dei cavi tranviari.
Isidoro Cottino
Adelma Mapelli
Il fascino dell’oriente è entrato nella vita della Mapelli attraverso una ricerca filosofico-religiosa che l’ha condotta ad avvicinarsi all’antica dottrina del Buddismo.
Il desiderio di conoscenza può emergere dalle nostre vite creando talvolta un’irrequietezza, un pulsare di domande sul grande mistero che è la vita, e tutto ciò che la circonda, a cui non sai dare risposta.
Questo è il momento in cui la stessa vita, molto generosamente ti può condurre all’incontro con un Maestro, del resto tutta la vita è basata su questa relazione: i nostri primi maestri i genitori, poi gli insegnanti e via via.
Certo che occorre una grande consapevolezza nella scelta di un Maestro di vita e, la Mapelli scegliendo la via del Buddismo ha incontrato la Soka Gakkai, un’organizzazione o ordine Buddista, che partendo dall’insegnamento di Shakyamuni , con Il Sutra del Loto, la quintessenza del Buddismo Mahayana, che chiaramente ha illuminato la via a tutti gli esseri viventi per ottenere l’illuminazione, e dal Giappone dove poi il monaco buddista Nichiren Daishonin approfondendo gli antichi insegnamenti nel 1253 rivela che la legge fondamentale della vita è il cuore del Sutra del Loto: è Nammyoho-renge-kyo, lanciando l’appello del desiderio del Budda che è la realizzazione della pace mondiale tramite la diffusione della mistica legge in tutto il pianeta, compito che la Soka Gakkai fondata nel 1975 sta svolgendo concretamente diffusa già in 192 paesi, guidata dal Maestro Daisaku Ikeda nominato cittadino onorario in varie parti del mondo, anche a Torino ed il giorno 11 marzo a Firenze, poichè da 70 anni dedica la propria vita a questo nobile scopo.
L’artista sposando questa causa, come pittrice ambasciatrice di pace, ha voluto illustrare in questa mostra i principi di questo insegnamento anche usando simbolicamente il loto, questo fiore che nasce con le radici nel fango dalle acque stagnanti ma sorge immacolato e bellissimo, simbolo dell’illuminazione e della rivoluzione umana, quella che può compiere ogni essere umano, tramutando in gioia tutte le ombre della vita usando il mistico suono di Nam-myoho-renge-kyo ed offrendo agli altri come prezioso dono ad illuminare il cammino di ogni vita affinchè nel mondo smettano così i bagliori funesti di tutte le guerre.
Rosella Bono