Sacro e profano
Il sacro è al centro di ogni religione. Il termine sacro trae origine dal vocabolo indoeuropeo “sak” che successivamente si trasforma in “sakros”, parola che sta ad indicare ”essere altro, diverso”,dissimile dal profano.
Già l'uomo del Paleolitico e del Neolitico, attraverso l'arte parietale, con simboli o raffigurazioni più naturlistiche, desiderava rappresentare il soprannaturale, il divino, ciò che era fuori dalla sua conoscenza sensibile per onorarlo, evocarlo e riceverne protezione.
La stessa posizione si ritrova tra i Sumeri che riproducevano con raffinatissimi e misterici bassorilievi Anu, Enlil ed Enki, la triade divina, e ad essi attribuivano una forte valenza proiettiva, tale da temere l'ira degli dei qualora le loro effigi venissero distrutte.
E la storia della rappresntazione del sacro procede parallelamente con il pantheon egizio dove gli dei sono raffigurati nei modi più svariati facendo uso di sembianze anche animalesche. Ad essi ci si rivolgeva per ricevere favori e protezione; se ne temeva l'ira e l'umore ai quali si facevano risalire le sorti del regno. Non solo, il faraone era la personificazione di Ra sulla Terra, immagine vivente della divinità.
Nell'antica Grecia e nel mondo romano, accanto alla raffigurazione delle divinità, si elaborano miti e leggende dei quali gli dei sono protagonisti benevoli o in netta opposizione con il genere umano; gli dei ne assumono sempre più le sembianze ed anche le caratterstiche comportamentali ma sempre a loro si sacrifica per ottenerne i favori.
Con l 'avvento del Cristianesimo, accanto alle primitive rappresentazioni di Cristo attraverso il “Pesce” o il “Chi Ro", iniziano le sue raffigurazioni come il “Buon Pastore” o come “ Pantocratore”, assiso nell' atto di benedire come lo possiamo ritrovare nelle prime pitture catacombali. Successivamente verrà raffigurata anche la Vergine e i Santi, ai quali si attribuiscono poteri taumaturgici e salvifici.
Tutto questo poichè nell'uomo è insito il desiderio di rendere visibile l'invisibile, di chiarire il mistero che è nell'Infinito e allo stesso tempo avere un' immagine alla quale rivolgersi e chiedere aiuto attribuendole il potere di essere il tramite tra il mondo terreno e l'ultraterreno, tra il naurale ed il soprannaturale.
Il concetto di profano è opposto e allo stesso tempo correlato al sacro; la dicotomia sacro/profano è alla base di ogni religione.
Il termine profano deriva dal latino e significa “fuori dal tempio” e quindi sta ad indicare tutto ciò che è estraneo al culto, non riferibile alla divinità e alla sacralità e contestualmente tale da meritare la condanna aspra di critici e teologi.
E così nel corso degli anni diventano profane anche quelle opere religiose che si allontanano dall'ortodossia, dalla ieraticità dell'immagine che si ha di Dio nel momento in cui esse assumono connotati più “popolari e domestici” tali da essere compresi da un più vasto pubblico.
Profano è tutto ciò che cade sotto i nostri sensi, che è visibile, analizzabile e quantificabile anche attraverso metodi scientifici.
Di qui il desiderio dei pittori di raffigurare la realtà, di trasferire nelle loro opere l'essenza delle cose tale da renderle più “vere del vero”.
Si rappresenterà la vita di tutti i giorni, l'uomo nella sua quotidianità cercando di riprodurre tutte quelle pulsioni che la alimentano.
E' pur vero che il “sacro” non sarebbe rappresentabile senza far riferimento al “profano”, al concreto, a dati che cadono sotto i nostri sensi.
Ecco così che per “santificare “ il profano gli si attribuiscono significati “altri”.
Animali, fiori, frutti ed elementi naturali vengono caricati di significati che vanno oltre la loro natura terrena e contingente per assumere gli attributi della sacralità a cui si riferiscono.
Nasce l'iconologia/iconografia religiosa che permette ad un elemento “profano” di assumere una valenza “sacra” nel momento in cui va a connotare una figura religiosa.
Mele, fichi, cetrioli, cani, gatti, vento, fuoco ed acqua, e l'elenco sarebbe lunghissimo, da soggetti profani diverranno tratti distintivi e connotativi di un soggetto sacro.
Sacro e profano, intimamente connessi nella storia dell'uomo e dell'arte sono la fusione della natura umana e divina dell'uomo che da sempre aspira a conoscere ciò che muove “i cieli e le altre stelle”.
Prossima mostra
sabato 8 febbraio alle ore 18,00 Inaugurazione
Pittura e letteratura si incontrano Nel segno e nella parola
La mostra resterà aperta fino al 18 febbraio 2025
con i seguenti orari:
• lun - sab dalle 16,00 alle 19,00 • domenica e festivi chiuso
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