Sergio Attisani
Nato nel 1959, si trasferisce da piccolissimo con la famiglia dalla Calabria, prima ad Asti e poi a Moncalieri (TO) dove tutt'ora risiede e lavora.
Le sue attitudini artistiche iniziano sin da bambino, partecipando a molti concorsi indetti da scuole ed enti, dove primeggia e si fa notare.
A 10 anni vince un importante concorso indetto da un ente locale di Asti.
Dopo la scuola dell'obbligo frequenta l'Istituto d'Arte specializzandosi poi in grafica pubblicitaria.
Svolge le sue prime attività lavorative nel campo della pubblicità, lavorando in proprio e collaborando con alcuni studi grafici.
Il suo vero amore rimane la pittura, ama definirsi autodidatta. Pittore dal tratto schiettamente figurativo, le sue opere cariche di colore con interpretazione del tutto personali sono legati al paesaggio e alle figure.
Attisani usa una pittura pulita immediatamente comunicativa carica di umanità.
Nell'esaminare i suoi quadri si percepisce la realtà, filtrata attraverso un efficace cromatismo.
Inizia ad esporre negli anni 90 in alcune collettive dove ottiene consensi e riconoscimenti.
Dopo il 2000 frequenta lo studio del pittore e gallerista Livio Pezzato prezioso consigliere, iniziano le sue esposizioni personali, la prima si svolge nella galleria “La Lanterna” del pittore Pezzato a cui faranno seguito le personali al “45°nord”spazzi espositivi UGC, alla galleria “Il Salotto dell’Arte”, alla “Locanda dell’Arte” e per ultima alla galleria “Calandra” di Torino.
Recenti collettive presso le seguenti gallerie: “Arte città amica”, “La Lanterna”, “Senesi Arte”, “Il Salotto dell’arte”.
Ha al suo attivo numerose partecipazioni a concorsi Nazionali. Ottimi piazzamenti ottiene partecipando ai concorsi indetti da “Il Corriere dall’Arte”.
E' socio della Società promotrice di Belle Arti di Torino, dove espone alla 164°, 165° e 166° Mostra Sociale.
Alcune sue opere fanno parte di collezioni private in Italia e all'estero
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Franco Fassone
Non so quale potrebbe essere il contenuto di una presentazione da parte di un critico per l'opera di Fassone, da parte mia, quale cultore appassionato e artista a mia volta, osservatore attento della pittura degli altri, considero quella di Fassone come una delle più interessanti che negli ultimi periodi mi sia capitato di vedere.
Artista non facile da capire e condividere, va considerato come artista "puro", che non concede nulla alla piacevolezza dei contenuti o alla riuscita commerciale.
Egli si pone come obiettivo il puro piacere (o necessità) di creare opere su tela, carta, supporti vari ed eterogenei con i mezzi più disparati che il momento creativo gli offre.
Matite, biro, pennelli, spatole, gli servono per realizzare opere di notevole forza che subito attraggono l'attenzione.
E' un mondo il suo fatto di sensazioni visive, di ricordi forse inconsci e di una realtà espressa e sentita in un modo originale e personale.
Fassone non sente la necessità di adeguarsi ai gusti altrui, ma unicamente di rispondere a suggestioni ed emozioni che il suo stato d'animo gli suggerisce .… un complesso mondo interiore dove l'artista trova sfogo liberatorio a sensazioni del suo animo ma soprattutto al piacere di esprimere con libertà il suo estro pittorico.
Le conoscenze acquisite nelle frequentazioni dello studio di Pippo Bercetti, gli hanno permesso di entrare in possesso di un bagaglio tecnico non indifferente che egli utilizza con personalità e sicurezza nella realizzazione di opere intense e cariche di un realismo crudo e quasi violento.
Queste possono a volte riportare il fruitore al ricordo delle opere della pittura nera della "quinta del sordo" di Goya… lezione difficile da dimenticare per ogni artista.
Il nostro a volte sfiora queste tematiche, ma le affronta sempre con caratteristiche esecutive ed espressive così particolari da renderle personali e riconoscibili.
Per la sua natura schiva, l'autore ha sempre tenuto per se la più gran parte della produzione, rare sono le comparse in pubblico, anche se con risultati brillanti in alcuni concorsi.
Ora con questa personale esce allo scoperto.
E' un risultato positivo e un'occasione per chi ancora non lo conosce di entrare nel suo mondo, a volte inquietante, ma pieno di una fantasia sfrenata e dal grande sapore evocativo.
Isidoro Cottino - Ottobre 2011