La prima inaugurazione del 2012 nei locali associativi, in un'atmosfera molto serena ed allegra, ha visto le opere di cinque artisti, molto legati al figurativo, come Adriano Carpani, il "Re della Pozzanghera", per la sua sorprendente capacità di creare un mondo nuovo di sensazioni attraverso la figurazione di pozzanghere e dei loro riflessi, Roberto Vitali, nel regno del paesaggio e del colore nel sogno di un piemonte d'altri tempi, intriso però di vera attualità vissuta nell'egida di un professionista del segno; Giuseppe Sanino, che nell'opera sua oltre la raffigurazione, ci mette l'anima del soggetto, in una raffigurazione che rende l'atmosfera viva e presente; Cristina Niovella, unica donna di questi "magnifici sei", colma di un'eleganza del tratto che si stempera attraverso la forma dei suoi soggetti, sempre importanti, meditati e studiati nella storia dell'uomo al suo quotidiano a volte piemontesissimo, dove ora ricerca e ritrasforma il suo creare con nuove espressioni, forse meno classiche, sicuramente sempre piacevoli e sorpendenti.
Ultimi nella descrizione, ma non nell'attenzione a cui mi rivolgo, sono Gaetano Rizzari e Giovanni Gallina, dove l'esperienza si fa illuminazione, si fa forma e tratto, si fa vita vissuta.
Una vera apoteosi del figurativo è comunque questa mostra, ma un figurativo splendente, in mutazione, che parla del futuro e si assoggetta al desiderio dell'artista e non alla pura rappresentazione che seppure può essere espressiva al soggetto dell'artista è sempre rappresentazione che sfugge al senso dell'ispirazione che nell'immagine acquista un messaggio nuovo.
Negli ambienti dell'arte contemporanea, ho sentito dire che il futuro nei prossimi 15 anni, sia da ricercarsi in un nuovo messaggio dato dal figurativo.
Vediamo se questo sarà vero e se i nostri "magnifci sei" possano essere anch'essi artefici di questa "novella profezia".
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