Venerdì 11 novembre alle 18 si è svolta nei locali associativi l'inaugurazione della seconda tranche della mostra "Arte in tricolore 2", indetta dal Centro Diffusione Arte di Palermo in concomitanza con le celebrazioni dei 150 anni dell'Unità Italiana. Il tricolore italiano, al centro dell'anima della mostra che risplendeva di opere tutte ineggianti alla triade del Bianco, del Rosso e del Verde.
Ma quanti sanno la storia di questa bandiera? da dove nasce il tricolore?
La casualità si fa storia e poi riprende forza e fascino divenendone allegoria e simbolo di nuovi valori e libertà. Il tricolore nasce ancora nell'ambito del periodo Napoleonico, anzi, proprio con l'egida di Napoleone stesso, nel periodo della campagna d'Italia in cui era ancora un generale del Direttorio della nuova Repubblica Francese. "Libertà, Uguaglianza, Fraternità", e tutto quello che ne consegue negli entusiasmi del momento e nell'affrancamento dai vecchi privilegi di casate Nobili che gestivano l'economia e il benessere dell'Europa di quel periodo, senza consultare il popolo che non era assolutamente "Sovrano", e non pensava minimamente che poteva divenire tale.
Questo vento liberale dopo la rivoluzione soffiava in molte parti d'Europa e anche nella penisola italiana, molti sentivano il desiderio di questo affrancamento da vecchie tradizioni assolutiste e non legate al senso unitario del popolo.
Il 1794 fu determinante, per via dei moti di Bologna che in qualche modo volevano preparare il terreno all'arrivo di Napoleone con la sua armata. Due giovani nobili studenti, primi patrioti definiti poi protomartiri dell'unità italiana sono gli artefici: il piemontese Giovan battista De Rolandis di Castell'ALfero e Luigi Zamboni di Bologna, si appuntano una grande coccarda con i tre colori al petto, per manifestare questo spirito libertario di affrancamento alle vecchie ed assolutiste istituzioni , trasformando però il tricolore francese che aveva il blu in verde, per non "scimmiottarlo" troppo, così come si evince da documenti originali.
I moti poi verranno soffocati nel sangue e i due giovani saranno martirizzati, in special modo il De Rolandis, "perchè il Zamboni si suicidò il 18 agosto del 1795 nella cella del Torrone, oggi palazzo comunale di Bologna), che verrà impiccato sulla montagnola di Bologna il 23 aprile 1796 a 21 anni.
Da allora il tricolore verde-bianco-rosso, non smise più di sventolare.
Il 17 aprile del 1796 viere riconosciuto come simbolo di appartenenza della confederazione Cispadana a Modena ed il giorno dopo a Bologna viene deliberato dalla congregazione dei magistrati e deputati aggiunti come bandiera dai colori nazionali, che divenne Bandiera a tutti gli effetti il 7 gennaio del 1797 a Reggio Emilia dove il 30 dicembre del 1796 si era ratificato da una assemblea elettiva ufficiale che la confederazione diventava a tutti gli effetti la Repubblica Cispadana, che ebbe come stendardo o Bandiera i tre colori Verde Bianco e Rosso.
Da allora rimase sempre come simbolo libertario, e anche dopo il fallimento Napoleonico ed il ritorno degli antichi regnanti con la Restaurazione del 1815, questo simbolo tricolore non venne dimenticato e con l'avvento dei nuovi moti del 1821 che saranno l'inizio di quel processo difficile, controverso e complicato che porterà all'unità italiana, il vessillo tricolore ricomparve, a partire da quel 10 marzo 1821 dove sventolò sulla fortezza di Alessandria (anche se vi sono opinioni controverse che dicono che la bandiera che svolazzò sulla Cittadella di Alessandria era rossa, blu e nera.... i colori della Massoneria). Proseguì il suo svolazzare, nelle campagne d'indipendenza, nel simbolo del Regio esercito sabaudo, che al centro aveva il blasone con la croce bianca in campo rosso dove sopra troneggiava la corona, sino al raggiungimento dell'attuale bandiera della Repubblica italiana dal 1946, dove nei documenti si legge che acquisì come bandiera il tricolore verde, bianco, e rosso, a bande verticali di eguali dimensioni.
E questa cromia di colori, unita alle frequenze dell'inno di Mameli, a detta di Roberto Benigni, preso a "prestito" dal Sanremo di quest'anno ,ci ha ricordato che fu grazie agli artisti, i quali ci hanno messo il desiderio che, se non ci fosse stato non avrebbe potuto dare senso a questi simboli, segni di libertà , speranza e uguaglianza per tutti; sempre.
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