Marcati segni del contemporaneo
Qualificata doppia personale, inaugurata il 15 ottobre, la mostra di
Attisani e Fassone, presentata da
Enzo Papa e da Isidoro Cottino che hanno illustrato le specificità delle composizioni dei due artisti.
Sergio Attisani esprime una carattere esuberante nella saldezza dei dipinti ad olio, i cui soggetti assumono volumetrica monumentalità etica, oltre che formale, per l'esaltazione dei primi piani, per il colorismo dovizioso e per il segno pittorico robusto ed incisivo, costituito da ricche pennellate costruttive, mediante le quali Attisani disegna e dipinge nel contempo.
Nella tematica di
Attisani è costante l'evocazione del mare, delle barche e della navigazione, con figure di pescatori e lavoratori portuali ricorrenti, all'opera o in riposo.
Il mare è metafora di libertà fisica e ideale, distesa cosparsa di rischi, ma senza ostacoli nell'andare sulle infinite rotte, anelito di viaggi esplorativi della geografia fisica, della varietà di popoli e costumi, allegoria dell'evasione spirituale e della fuga da tutte le pastoie quotidiane che limitano il sogno sovrumano di essere liberi come volatili e come creature pelasgiche.
A questi soggetti si associano i cavalli, con le medesime allusioni del viaggio. Altri temi ricorrenti si rifanno alle segrete aspirazioni, al mondo dell'immaginario, ai desideri sognati nell'età verde, come le maschere carnascialesche o i pagliacci dei circhi, che riconducono alle fantasie della prima adolescenza.
La pittura di
Attisani si connota sia per le peculiarità tecniche di fattura prorompente, con coraggiose opposizioni tonali e chiaroscurali, e sia per i sentiti contenuti di profondi sentimenti e di vibranti emozioni.
Franco Fassone realizza un'arte che è insieme figurazione e denuncia, lirica e melanconia, in composizioni a toni cupi e torbidi, nel visivo e nei contenuti, con figure deformate o disfatte, inserite o emergenti dalla farragine degli elementi di una società deteriore, che sembra annunziare l'imminente estinzione, attraverso una tragedia pittorica che prefigura orizzonti foschi e drammi incombenti.
E' la proiezione di un pessimismo inconscio, giacché l'Artista appare come anima pura, candida e gioviale, apparentemente non toccata dalle angosce esistenziali, che Fassone sublima nella realizzazione delle sue opere quasi apocalittiche. Le composizioni dell'Artista meritano attenzione critica approfondita, perché rivelano non solo il segreto e forse inconscio sentire dell'Autore ma anche, e ancor più, il clima di insicurezza, di paura, di apprensione per le vicende di un mondo e di una civiltà che sembrano correre verso un destino di non-ritorno.
La medesima fattura delle opere, eseguita con collages di immagini del repertorio di cronaca, con interventi diretti di pittura personale, coopera ad esplicitare il senso di un'arte difficile da intendere al primo sguardo, ma satura di significati umani ed esistenziali allorché osservata con attenzione analitica e riflessiva.
Enzo Papa
Franco Fassone
Non so quale potrebbe essere il contenuto di una presentazione da parte di un critico per l'opera di Fassone, da parte mia, quale cultore appassionato e artista a mia volta, osservatore attento della pittura degli altri, considero quella di Fassone come una delle più interessanti che negli ultimi periodi mi sia capitato di vedere.
Artista non facile da capire e condividere, va considerato come artista "puro", che non concede nulla alla piacevolezza dei contenuti o alla riuscita commerciale.
Egli si pone come obiettivo il puro piacere (o necessità) di creare opere su tela, carta, supporti vari ed eterogenei con i mezzi più disparati che il momento creativo gli offre.
Matite, biro, pennelli, spatole, gli servono per realizzare opere di notevole forza che subito attraggono l'attenzione.
E' un mondo il suo fatto di sensazioni visive, di ricordi forse inconsci e di una realtà espressa e sentita in un modo originale e personale.
Fassone non sente la necessità di adeguarsi ai gusti altrui, ma unicamente di rispondere a suggestioni ed emozioni che il suo stato d'animo gli suggerisce .… un complesso mondo interiore dove l'artista trova sfogo liberatorio a sensazioni del suo animo ma soprattutto al piacere di esprimere con libertà il suo estro pittorico.
Le conoscenze acquisite nelle frequentazioni dello studio di
Pippo Bercetti, gli hanno permesso di entrare in possesso di un bagaglio tecnico non indifferente che egli utilizza con personalità e sicurezza nella realizzazione di opere intense e cariche di un realismo crudo e quasi violento.
Queste possono a volte riportare il fruitore al ricordo delle opere della pittura nera della "quinta del sordo" di Goya… lezione difficile da dimenticare per ogni artista.
Il nostro a volte sfiora queste tematiche, ma le affronta sempre con caratteristiche esecutive ed espressive così particolari da renderle personali e riconoscibili.
Per la sua natura schiva, l'autore ha sempre tenuto per se la più gran parte della produzione, rare sono le comparse in pubblico, anche se con risultati brillanti in alcuni concorsi.
Ora con questa personale esce allo scoperto.
E' un risultato positivo e un'occasione per chi ancora non lo conosce di entrare nel suo mondo, a volte inquietante, ma pieno di una fantasia sfrenata e dal grande sapore evocativo.
Isidoro Cottino