Arte Città Amica
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Disegno, Pittura ad olio, Acquerello, Acrilico, Sbalzo su metallo, Incisione.
E' possibile iscriversi durante tutto il corso dell'anno APERTI A TUTTI .....
 
Arte Città Amica si forma nell'anno 2001 su un progetto di Raffaella Spada, in seguito presidente, dal critico d'arte Armando Capri, che ne è stato direttore artistico fino alla morte, sopraggiunta improvvisa nel 2006, e di alcuni artisti tra cui Isidoro Cottino....
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Antonio Giannetta
A cura di
Danilo Tacchino
Direttore Letterario
Un ricordo Profondo.
Normalmente viene istintivo pensare che quando una persona non c'è più, tutto il meccanismo dell'assenza tende a spingere verso l'oblio, ma ciò è dovuto solamente all'indifferenza, che prende anche per i vivi.
Non sarà così per la figura di Antonio, come per quella di altri Amici dell'associazione che non possiamo più incontrare fisicamente, ma che ci hanno lasciato un patrimonio di ricordi e di riflessioni legate alle loro opere ed alle loro parole, ( ricordo un nome per tutti: Armando Capri).
Antonio ci ha lasciato troppo presto, lo sappiamo tutti, classe 1952, con tante idee che voleva sviluppare, analizzare, riflettere nel suo modo discreto, amabile e attento, di portare avanti il suo modo di vedere e di fare l'arte. Me lo ricordo bene, nelle serate inaugurali di molte mostre, affrontare il tema del momento artistico con profonda attenzione e con gran voglia di capire le opere che aveva d'innanzi, commentandole con dovizia di particolari e d'intelletto.
Venerdì 21 gennaio alle 18, è toccato a lui, alle sue opere, mostrare il suo "talentuoso" modo di credere nell'arte. Purtroppo senza la sua presenza, sostituita da quella delle sue care donne, moglie e figlia, commosse ma orgogliose nel ricordo della loro più cara persona che con il mezzo delle sue opere artistiche porta avanti la sua presenza e il suo messaggio.

Il prof. Massara è stato parco ma correttamente chiaro nell'evidenziare l'opera e la figura di Antonio, mentre io mi sono ripromesso di affrontare un momento veloce di riflessione sul conio dell'espressione artistica da lui definita "Intre - espressionismo", attraverso i suoi intrecci artistici, legati alla ricerca di nuove espressioni, insieme ad un suo semplice pensiero che di filosofia spicciola indicava il sentiero che voleva percorrere nella sua ricerca, nel definire il pensiero come un derivato della mente che non si vede ma esiste, come la corrente elettrica che non si vede ma c'è e passa nel conduttore elettrico reale e presente, sino ad accendere la lampadina, effetto visibile della sua presenza.
Così, come nella metafora legata all'elettricità si è chiesto cosa può succedere come effetto se l'ambito non è più elettrico ma diviene artistico.

Ampio spazio al pensiero, alla forza intrinseca ed estrinseca della creatività, ad una miriade di espressioni che ripetono le esperienze del pensiero ma ne introducono di nuove rispettando ciò che si è vissuto.
L'opera d'arte è la realizzazione del pensiero dell'artista, metafora precedente della lampadina, ed in questo pensiero si contiene la creatività che può divenire forma realizzabile.
L'espressione, è il dato emotivo della realtà che prevale, dagli occhi dell'anima, base di partenza di ogni ricerca espressionistica.

Ma Giannetta osa ancor più, rappresentandosi nell'intreccio di questa ricerca di nuove espressioni. L'intreccio, può esser cosa complicata che però ha un suo ordinato senso, nel ritrovare la logica strutturale o argomentativa che lo rappresenta. Così è nella ricerca artistica di Antonio, un artista attento, riflessivo, cordiale, rispettoso, che perseguiva un'idea nella ricerca attraverso la sua esperienza.
Un esempio per tutti trovo significativo nella sua opera "labirintite" che Antonio stesso ci spiega: "La vertigine è una falsa sensazione che si avverte quando si verifica un disturbo o uno squilibrio del corpo nello spazio. Si può differenziare in vertigine soggettiva o oggettiva. Nel mio caso, sono gli oggetti che si agitano con movimento rotatorio. Le cause possono essere molteplici e di natura infiammatoria, per esempio le labirintiti."
Nell'intreccio di nuove espressioni allora dobbiamo ricordarlo, e portarne avanti il ricordo, perché un'artista è comunque avanti, e ben più difficile è la possibilità di dimenticarlo, perché volenti o nolenti, la sua opera rimarrà nel tempo, a dispetto di chi crede che l'effimero sia parte dell'arte rispetto al materico, ma il segreto sta che nell'effimero dell'arte il pensiero continua a circolare, a volte anche se irrazionalmente, e quindi quel pensiero manterrà ancora in vita il senso di un messaggio artistico che nell'esistere, trova il senso del suo apparire.