Ad ottobre, e precisamente dal 9 al 15, si e' presentata la collettiva "Palpiti di Eros: tra pittura e poesia".
E' una rassegna periodica che da alcuni anni riceve un'adesione massiccia da parte degli artisti dell'associazione.
Quest'anno ben 48 artisti vi hanno partecipato.
Il concetto di Eros attira sempre nella memoria collettiva ed artistica, e proprio su qyesto tema vorrei riflettere, per offrire nuovi spunti creativi tali da ampliare di logica e di contenuto la collettiva specifica, che pur aggiornandosi di nuove opere negli anni in cui sinora si e' effettuata, ha mantenuto nella sua globalita' una ridotta interpretazione di questo importante, esaltante e fondamentale tema della nostra vita di esseri umani.Il significato primigenio parte addirittura dalle primordiali divinità di origine greca. Insieme a Gea (la Terra) e Oceano, Eros è la forza primaria generatrice del “Pathos”, quell’energia che è in grado di sconvolgere il mondo. Difatti per Omero rappresentava quell’attrazione irresistibile che due persone sentono uno per l’altro e che può portarli a perdere la ragione e giungere alla distruzione, mentre per Esiodo Eros diviene un Dio con una potenza enorme che poteva causare danni irrimediabili nella forza della sua passione.
Successivamente si giunge alla concezione di divinità dell’amore, rappresentato come il “puttino” alato che vola da coppia in coppia con il suo arco per lanciare i dardi - scintilla della passione.
Platone lo descrive come un demone sempre inquieto e scontento identificandolo con la filosofia intesa come “amore del sapere”. Eros era infatti immaginato come il dio dell’amore simbolo della coesione interna dell’universo e della forza attrattiva che spinge gli elementi della natura ad unirsi tra di loro. Per questo principio unificante e molteplice, Platone fa di Eros un percorso mentale che risale i diversi gradi della conoscenza, partendo dalla pulsione sensibile sino ad arrivare all’idea del desiderio. Nella sua ambiguità Eros, esprime la sua forte peculiarità. Nell’impossibilità di approdare ad un sapere certo e definitivo, è tuttavia incapace di rassegnarsi all’ignoranza. Infatti per il platonismo Eros era figlio di Pòros (l’ingegno) e di Penìa (la Povertà), quindi la filosofia platoniana intendeva come Eros, quell’amore che si innalzava sì, verso la verità assoluta e disinteressata, ma allo stesso tempo era costretta a vagare nelle tenebre dell’ignoranza: la povertà di spirito.
Ecco quindi che il concetto di Eros qui si innalza in una visione intellettuale non comune, in cui sempre per Platone, gli uomini sono condannati, nel mito della caverna platoniana, a vedere solamente l’ombra della verità senza riuscire mai a raggiungerla. Ecco che il dualismo in Platone come già in Socrate, viene vissuto come una profonda lacerazione, fonte di continua irrequietezza e insoddisfazione. Per il Neoplatonismo poi, Eros diverrà un bramoso desiderio che anela al Sapere assoluto, tanto che l’amore diviene una forma di conoscenza. Per Plotino, l’Eros è una forza inconscia e involontaria che lo guida verso la contemplazione più estatica e pura.
Nel Medioevo, il neoplatonismo cristiano affiancò al termine di Eros quello di Agape, determinando nel primo il concetto di un amore che ascende dall’essere umano, per raggiungere l’assoluto e la divinità, mentre nel secondo, è l’amore di Dio che discende verso il mondo e l’essere umano, per ricongiungerlo a sè e all’armonia dell’assoluto. Nel Rinascimento, l’Eros del filosofo Marsilio Ficino viene sviluppato come amore inteso nel dilatarsi stesso di Dio nell’Universo. Infine, in Giordano Bruno, l’Eros diviene eroico furore, esaltazione dei sensi e della memoria secondo la logica di un’ elevazione della ragione che può essere raggiunta soltanto con il coraggio e l’eroismo della profonda e assoluta ricerca della verità.
Ecco quindi che in queste evoluzioni mitologiche e filosofiche del concetto di Eros, viene fuori come questo possa essere approfondito nel senso di un Amore che ascende verso l’assoluto, in cui il palpito, cioè l’emozione e il fremito, diviene il “movimento meccanico” per raggiungerlo.
Chissà se il prossimo anno, approfondendo queste logiche fondamentali del concetto di Eros, si potranno ammirare opere dei nostri artisti con temi che coprano percorsi artistici e di rinnovamento creativo che sicuramente si innalzino e si evolvano dall’apparente tema che, oltre all’erotismo seppur inteso come concetto, contengano l’altra parte mancante: quell’Eros, inteso come assoluto creatore di tutte le pulsioni del mondo, per un’amore universale, totale e vitale.
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