IMMAGINI, FIORI, PAESAGGI
La mostra collettiva Cedas presenta due incisori di qualità che realizzano rispettivamente un'acquatinta e un'acquaforte sottolineando ora il contrasto fra il biancore della luce e la "Campagna", ora proponendo una veduta di "Chioggia" dai sapienti accenni cromatici.
Spontanee sono successivamente la "Fioritura" articolata nei toni dei viola, "Il roseto di Ingrid" e i "Lillà" presentati in bella composizione; ma un autore - utilizzando le foglie - espone succose "Albicocche", mentre le "Mele camparine" sono accostate a cromatici tralci di vite.
Numerose sono le opere ispirate alla figura; in primis la nostra attenzione si concentra sul dipinto "Perchè" con l'immagine di un solitario bambino nero sulla spiaggia; anche la "Riflessione" di una donna con turbante invita a meditare su di una realtà che riguarda il mondo intero.
Tre autori amano il ritratto, ora dipingendo lo sguardo indagatore dello scrittore Giorgio Faletti, ora un volto maschile oppure l'emozione vissuta da una giovane donna il cui sguardo pare fermo nel tempo.
I pescatori - a sera - discorrono sulla riva del mare commentando la giornata passata già pensando al domani, mentre la "Signora in rosso" si rivolge allo spettatore con un'espressione ricca d'interrogativi.
Infine i colori blu, nero, bianco costituiscono una sorta di catena d'immagini "sur toile".
Due autori presenti sono attratti da architetture castellane, ora raffigurando "Monastero Bormida" ove sorge un antico ponte percorso da pellegrini e mercanti, ora il borgo di "Polignano" aggredito dalle onde della mareggiata.
Il paesaggio è natura, per cui "Il boschetto" si traduce in una quinta di alberi la cui ombra si proietta lontano, i "Vapori" poeticamente avvolgono gli alberi della pianura, i filari dell'Astigiano delimitano la collina.
Originale è l'interpretazione del "Crepuscolo", opera nella quale si confondono realtà e immaginazione, mentre "Le forme del vento" s'accompagnano a brani letterari identificati con un viaggio immaginario.
Due soli autori raffigurano degli animali, anche mediante l'utilizzo della tecnica musiva; le tartarughe abitano gli abissi circondate dai coralli ma i leopardi sono alla mercè dei bracconieri le cui braccia robuste s'aggrappano alle sbarre d'una prigione.
Tre interessanti dipinti concludono la rassegna proponendoci uno "Stagno" dalle luci fonde nelle cui acque si riflettono tronchi e cespugli, una "Strada" resa luminosa dall'insistente cadere della pioggia e una "Vetrina urbana" con tanto di insegna: la figura femminile che s'intravede racchiude forse degli interrogativi.
Gian Giorgio Massara
DALLA NATURA AL SOGNO
La stagione espositiva della Sezione Arti Figurative CEDAS si arricchisce di un nuovo appuntamento con la collettiva dei soci artisti che, nella maggioranza dei casi, seguono i corsi annuali di approfondimento tecnico nei settori della pittura, disegno, acquerello ed esperienze sperimentali.
Una rassegna, quindi, che permette di cogliere la misura e la capacità espressiva di ogni singolo autore e autrice, di entrare in diretto contatto con i diversi aspetti di una «lettura» del vero legata alle immagini di una Torino rivisitata con le giostre in Piazza Vittorio, gli edifici di via Pietro Micca e la neve al Parco della Rimembranza.
In particolare, il discorso intorno all’interpretazione della natura trova riscontri nel grande cielo di «Temporale lontano» e negli alberi piegati dal vento a «Les Oursinieres», nei delicati frammenti del paesaggio e nel possente Eucalipto di Matera.
In ogni quadro, in ogni impressione, in ogni gioco di luci si individua l’essenza di una pittura contrassegnata dalla robusta esecuzione dello «Scoglio bretone», dal luminoso cortile di un palazzo storico a Lione e dalle strade di Manhattan con i coloratissimi e imponenti cartelloni pubblicitari.
E da un ponte presso un campanile, si giunge a un brumoso vicolo subito dopo la pioggia e ai suggestivi e svettanti mulini a vento a Zaandam.
Partendo dall’ambiente naturalistico, si approda successivamente a una serie di nature morte con melograni e fichi d’india, appoggiati su una pagina del giornale La Stampa, con piacevoli e realistiche cipolle e la lirica definizione di una conchiglia.
Sul versante, invece, della figura si nota l’enigmatico dualismo di un volto bendato, il profilo di una donna africana in abiti tradizionali, il ragazzo con le banane e un armonioso e ben delineato nudo femminile.
Il racconto dell’esposizione propone, inoltre, composizioni meccaniche e tecnologiche e le tele «Pilastri della Creazione» e «Fiamme luciferine», rese secondo una «scrittura astratta» che sembra annunciare l’«Autoritratto pensando Arcimboldo».
E dalla caffettiera umanizzata si passa all’acrilico e carboncino «Glimmer» con una barchetta e un violino in primo piano, al metafisico dipinto «Riflessi di cultura» e alla surreale e sognante «Illusione».
Angelo Mistrangelo
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