La carta a mano è stata la protagonista dell’inaugurazione della mostra di venerdì 27 ottobre alle 18 in galleria, presentata oltre che da me, anche dall’amico Enzo Papa, che ha messo a confronto la tecnica fotografica con quelle messe in campo in questa mostra.
Una protagonista, la carta, utilizzata anche se con espressioni diverse da due artisti di alta calibratura come Isidoro Cottino e Hiroaki Asahara.
Espressioni diverse, sia per la tecnica utilizzata, sia per il percorso culturale completamente diverso dei due artisti che comunque hanno saputo dimostrare un elemento fondamentale di unione: la qualità artistica.
Cottino è figlio di una millenaria cultura occidentale, come scrive la Donatella Taverna sul pieghevole d’invito, e la sua componente romantica gli fa produrre creazioni forti , notturne e materiche, che si diversificano da quelle lievi e trasparenti, seppure più corpose nella solidità della forma, del giapponese Asahara.
Un giapponese che usa cortecce d’alberi ed altri elementi del sapere tradizionale orientale per comporre la sua carta, contro impasti segreti e materie insolite messe in campo da Cottino.
Quel che più conta comunque, è che la sala si è riempita di persone ,e di ammirazione per le loro opere che, come sempre direi, hanno saputo ancora una volta, stupire.