Paolo Pirrone, attraverso il proprio percorso artistico, ha tesorizzato gli insegnamenti del padre (valente ed apprezzato artigiano della doratura), esaltando un velato intimismo.
Dalle opere giovanili di matrice impressionista, è gradualmente approdato a successive indagini tese alla ricerca della libertà del pensiero, sino a raggiungere gli attuali traguardi della nuova espressione ricca di precise allusioni al nuovo millennio.
Fedele narratore del suo tempo,
Paolo Pirrone indaga l’istanza esistenziale laddove attraverso i dipinti di più recente datazione appare evidente l’avvenuta maturazione concettuale.
Con intensi tratteggi sciabolati a tutto campo, si assiste all’alternarsi di una vibrante scala cromatica, che dal rosso infuocato deriva al blu cobalto, ai gialli cadmio, ai grigi ardesia ed ai versi smeraldo.
In tal modo,
Paolo Pirrone raggiunge un velato espressionismo, con l’addizione di acuti rimandi surreali.
Le sue tele, le sue sculture (o meglio le sue “composizioni”, come ama definirle egli stesso) rapiscono l’osservatore fino al coinvolgimento totale.
E’ la vicenda del fanciullo che, diventato uomo, rincorre ancora la purezza, e gli innocenti sorrisi del tempo insorgono ancora. Così anche la malinconica tristezza che talvolta si intuisce nei cimiteri dell’auto, nei paesaggi cupi, nelle vecchie scocche delle fuoriserie abbandonate all’oblio del tempo, nel mito della motocicletta, si mutano ugualmente in speranza, attraverso il colore puro: un coacervo di indicibili silenzi illimitati dall’invenzione.
Aldo Albani