Fausto Zann i è nato a Badia Polesine (RO) il 21 aprile 1948, ma vive a Torino dal 1954.
Ha studiato presso la Scuola di Arti Grafiche “Antonio Fontanesi” di Torino, si è Laureato in Architettura al Politecnico di Torino nel 1979 con specializzazione in Decorazione,
presentando la tesi sul “Design Postconsumistico”.
Dal 1974 si interessa di Design e diventa Proget Manager per alcune aziende, quali: Castelli di Bo/To, Pininfarina di To, Quasar di To,Sicer di To, Pulsar di To, Design 2 di To, Sipp di Lodi, Frigomat di Lodi, Autoitalia To, Maggiora di Chivasso.
La sua formazione artistica è avvenuta nel campo della pittura con numerosi maestri, tra i quali: Giacomo Soffiantino, Maria Alacevich, Luigi Delleani, Adelma Mapelli.
Ama l’arte e si manifesta dipingendo ad acquerello, olio, tempera ed acrilico.
Cambiando i supporti dalla carta alla tela, su legno e materiali compositi.
La sua attività espositiva lo vede presente in mostre ed esposizioni collettive, acquisendo riconoscimenti e premi.
Il suo lavoro, da lui definito “composizioni d’idee”, spazia dal figurativo fantastico a composizioni nelle quali la struttura architettonica trova citazioni metafisiche e surreali.
La spazialità e la costruzione architettonica dei piani rappresentano uno dei temi dominanti dell’opera di
Fausto Zanni, la cui ricerca artistica si articola su percorsi paralleli, rappresentati da cicli pittorici tra loro collegati dal forte senso del colore espresso nelle più svariate possibilità.
Da una parte sperimenta un linguaggio
Surreale Fantastico con campiture cromatiche piatte, ben definite nei loro spazi e racchiuse tra cordonature nere, che come un cloison ne esaltano gli effetti mettendo in relazione le multiforme immagini in essi inglobati. Dall’altra sperimenta invece una sintesi pittorica e compositiva declinata con esito di forma e contenuto personale.
Si tratta di opere particolarmente interessanti, che vedono
Fausto Zanni scomporre pittoricamente la tavola in campi visivi strutturati quasi geometricamente, entro i quali interviene liberando invece, per contrasto, la pennellata che si dirada su fondi più scuri o si sfuma degradando.
L’occhio insegue l’orizzonte accompagnato da fasce accostate di rossi, verdi, gialli, giocati su blocchi pressoché monocromatici ed esaltati da linee di demarcazione precise e allo stesso tempo morbide, libere da schemi.
Mondi reali e al contempo fantastici, dove l’occhio dell’osservatore è invitato a posarsi per leggere in libertà ciò che il proprio sentire creativo suggerisce.
Silvana Nota