Nella sede ospitale di Arte Città Amica si danno appuntamento oltre cinquanta artisti che frequentano i corsi CEDAS, oppure che sono semplicemente iscritti alla sezione Arti Figurative.
Una rassegna interessante quella della primavera 2010 poiché consente di conoscere nuovi pittori, di ribadire confronti, di ritrovare amici di un tempo. Qualche ritratto evocante il mondo dei Beatles, un volto che compare fra i tronchi, delle betulle, un coraggioso nudo dalle accese tonalità, le memorie dell'amata Africa riguardano gli artisti che si sono affidati alla figura; accanto, un'immagine femminile in attesa del futuro e un misterioso dipinto legato alla Mandragola dai fiorì candidi e seducenti.
Ma una figura può anche mutarsi in forma surreale oppure “fotografata” ai bordi del più celebre campo da tennis d'Europa.
Molti i paesaggi che si ispirano, ora alla leggenda d'un masso della valle di Susa che un paladino spezza "pazzo d'amore", ora alla nebbia che attenua i rumori del fiume, a dei rami modellati dal vento della Liguria che incorniciano massi e isolotti.
I monumenti d'arte attirano turisti e pittori, per cui ecco comparire il castello di Quart sovrastante un mistico luogo di fede, la torinese fontana dei mesi, che, al rinnovarsi della primavera, si ridesta, un lontano lago dalla Turchia, un dipinto può semplicemente intitolarsi E’ primavera oppure accogliere - fradicia ormai - l'ultima neve in Valsangone.
Sull'onda del paesaggio piace sottolineare due accorti esempi di grafica; le opere, condotte con la tecnica della puntasecca, trovano ispirazione l'una in una briosa mattinata colta al Mercato delle pulci, la seconda nel luminoso ingresso di un cascinale nei pressi di Torino, la Mandina.
1 fiori vengono per lo più trattati con la tecnica dell'acquerello; anche l'olio però trova esempi, dalle Ninfee che galleggiano su di un lago le cui sponde sono rese magiche dalla luce, dai Girasoli (le foglie sono interpretate con personale tecnica) dai Lillà che s'adagiano su di un vecchio muro.
C’é chi giunge a Torino dopo aver lungamente vissuto in Africa; come scordare allora il muso dì un Leone che occupa tutto la superficie della tela?
Il mondo si può vedere attraverso una finestra oppure lo si può leggere riflesso nelle pozze limpide lasciate dal recente temporale. Non si può affidare il proprio messaggio di denuncia a una tela; ecco allora che le città si incupiscono invase dai fumi che le luci assommano e sfrangiano.
Sarà Pont Canavese ad accogliere i soci CEDAS prossimamente in occasione di una estemporanea che sarà anche motivo di svago e di amichevoli incontri.
Giangiorgio Massara
I corsi di pittura dei CEDAS, tenuti da Pippo Ciarlo, Sandro Lobarlo e Alex Ognianoff, offrono un panorama di lavori che attestano la volontà degli allievi di raggiungere sempre nuovi traguardi, nuove esperienze e opere legate a una personale visione della realtà.
In questa rassegna, allestita nelle sede di Arte Città Amica, si snoda un percorso che unisce momenti diversi di un racconto per immagini caratterizzato dal tocco limpido dell'acquerello o dal segno vibrato del pastello.
Accanto ai pittori ricchi di mostre e riconoscimenti, si possono vedere autori che solo di recente hanno intrapreso l'attività in una forma quasi sempre figurativa.
S'incontrano così i portici di Avigliana o un paesaggio visto in una calda giornata d'estate, la storica Piazzetta delle Erbe o dei fiori con melograno.
E sono proprio le composizioni floreali che accendono di vividi colori una tavolozza sapientemente orchestrata, mentre il dato cromatico fissa un nudo viola, una veduta oltre la finestra e una dalia, sino ad un grande rospo.
In ogni caso si avverte il fascino di una quotidianità reinterpretata, di oggetti domestici, di conchiglie che ricordano il frangersi delle onde sulla scogliera in una sorta di interiore musicalità.
E da un delicato sottobosco si giunge ai colori del glicine, alle romantiche statuette Lenci, alle nature morte con girasoli e agrumi, cavallini, bucrani, caffettiere, brocche, bottiglie di liquori e impressioni che sembrano evocare un tempo di silenzi, di attese, di giornate trascorse in campagna o in collina, magari sopra la Gran Madre.
L'itinerario si chiude con i ritratti di Giovanna e Roberta, con le atmosfere che appartengono a un tempo passato, con un universo di luci che sottolinea la scansione di armoniose rappresentazioni.
Angelo Mistrangelo