LA GIOIA DI DIPINGERE
I soggetti che i settanta artisti
CEDAS hanno presentato in occasione della Collettiva di Primavera sono molteplici.
I lavori sono realizzati con tecniche diverse, frutto dell’insegnamento dei maestri che da anni conducono i corsi.
La realtà è espressa attraverso la raffigurazione di un grande fiore rosso, delle preziose infiorescenze d’ Erba Trinità, da un vaso di primaverili fiori.
Raffinata l’incisione con una vecchia Macchina per cucire; quindi fogli di espressionismo, tocchi informali, citazioni neocubiste e la memoria di Klimt.
Il paesaggio domina: alberi, corsi d’acqua, onde marine, vette, fanno parte del nostro esistere. Ecco quindi i riferimenti al Po oppure alla chiesa della Gran Madre, lievi Note veneziane, gondole e scogliere; anche un corteggiamento nella città lagunare.
Pure l’aia di un cortile giustamente rientra nel paesaggio.
Ma subito appresso, la cuspide del Monviso vista fra ondeggianti steli palustri, un tratto del lago di Como, la primavera fiorita nel Roero, le colline d’inverno, memorie della Sardegna, di Ostia, di Varigotti oppure l’impressione di un giorno di neve a Oulx.
Anche un vecchiotto Auberge compare accanto alle Case di latta, rifugio forse di derelitti.
Poche le opere riferite alla Natura Morta, ora intesa d’après, ora attraverso uno strumento musicale; la figura si esprime in giovanili Autoritratti, in un’aerea immagine dipinta di fronte a una Boutique, in un Tennista oppure nelle figure disegnate e nei panneggi.
Lo spazio per il contemporaneo è storicizzato attraverso l’opera Città e città giocata sui valori dei grigi, su tele di timbro surreale dominate da putti, da un iguana che si rivela Padrone del tempo.
Qualche nuvola informale, un Verde evento, riferimenti all’espressionismo in testi anche letterari. Originale infine la raffigurazione di un Iceberg, possente e lieve al tempo stesso. Qualche dipinto ancor è riferito alla riuscita mostra Bibliotek della scorsa stagione.
Gian Giorgio Massara
SIMBOLI, IMMAGINI, NATURA
La stagione culturale ed espositiva dei
CEDAS si apre con una rassegna che esprime l’impegno, le soluzioni tecniche, la capacità espressiva di quanti hanno frequentato i corsi di pittura e di creatività o, viceversa, provengono da altri momenti formativi e di ricerca tra immagine e colore.
Attraverso il poliedrico nucleo dei lavori selezionati, si delinea il clima di una visione della realtà o del sogno, della propria e segreta interiorità o di un dipingere con raffigurazioni proiettate verso un futuro che potrebbe essere sempre più tecnologico.
In questo senso, si identifica il simbolico robot operaio e l’interpretazione della medusa in chiave contemporanea, gli aspetti delle esperienze scientifiche e il surreale disco di Kombor.
Vi è nei lavori presentati l’essenza di un discorso che unisce le nature morte di impostazione fiamminga all’interno di uno studio di pittore con pennelli, colori e fogli, la composizione con frammenti musicali all’anima fossile, in una dimensione in cui ogni forma, ogni impressione, ogni ricordo diventano gli artefici di una particolare rappresentazione.
E così il Razzismo visualizzato con mollette dal colore smaltato, il volo di Margherita (ispirato al romanzo “Il maestro e Margherita” di Michail Bulgakov), le pagine segnico-astratte, concorrono a definire un percorso che va dall’incendio nel bosco alla profondità della notte, dall’omaggio a Pasini all’autunno, agli sguardi d’Oriente a volti e figure femminili.
L’indagine intorno al mondo e alle vicende degli artisti rivela una sensibilità che emerge, in sintesi, da una serie di singolari e piacevoli viaggi scanditi da una puntuale e calibrata impostazione.
In questa angolazione, si scoprono gli scorci della Turchia, il fascino di una donna africana e il venditore di cocomeri in Grecia, la Costa Azzurra e il suggestivo tramonto in un porticciolo in Danimarca.
Angelo Mistrangelo